Ad oggi l’internazionalizzazione rappresenta la migliore opzione per la crescita e lo sviluppo dell’impresa italiana, anche a fronte della recente crisi economica
Se chiedete ad un qualsiasi imprenditore quale sia il suo sogno, probabilmente questi vi risponderà: “veder crescere la mia azienda“. Tuttavia questo desiderio si scontra spesso con quella che è la realtà economica italiana, bloccata tra un mancato supporto delle istituzioni e una concezione del business arcaica. Esiste però una soluzione potenzialmente accessibile a tutte le imprese e in grado di offrire nuove prospettive: sto parlando dell’internazionalizzazione.
I limiti dello sviluppo nazionale
È difficile accettarlo, ma bisogna guardare in faccia la realtà: sono ormai anni che il nostro Paese è marginale in termini di PIL, se confrontato con le altre grandi aree economiche europee. Questo è il risultato di tutto un insieme di fattori, storici, politici ed economici, che hanno impedito all’Italia di svilupparsi allo stesso modo delle principali economie dell’Unione, negando di conseguenza a molte imprese nate sul nostro territorio la possibilità di esprimere il loro vero potenziale.
Questa cosa però non è altrettanto vera in Europa: al di fuori dei nostri confini gli stimoli e gli incentivi alla crescita sono in continuo aumento, anche grazie alla spinta data dalle varie nazioni per superare la crisi post-pandemia. Gli ultimi dati prevedono una crescita del 4,5% nel 2022 per l’intera eurozona, cifra che potrebbe anche crescere in caso di una congiuntura economica positiva. Considerando che stiamo parlando di un mercato il cui valore viene oggi stimato intorno ai 184 miliardi di euro, le prospettive sono più che positive.
Al netto dei numeri risulta quindi anacronistico pensare di far crescere le nostre aziende solo all’interno dei confini nazionali: le vere occasioni sono “là fuori”, al di là delle Alpi, e dunque una qualsiasi strategia di crescita, per essere definita sensata, deve quantomeno considerare come riferimento il mercato dell’Unione Europea. La via dell’internazionalizzazione risulta quindi la strada migliore da intraprendere per lo sviluppo del business.
La via dell’internazionalizzazione
Appurato dunque che l’internazionalizzazione si presenta come la soluzione migliore per la crescita delle imprese italiane, è necessario stabilire quale sia la corretta strategia per approcciarsi ai mercati esteri. Bisogna infatti partire dal presupposto che l’internazionalizzazione non può essere gestita in maniera opportunistica: non si tratta di un business accessorio per l’azienda, ma deve essere il suo focus di sviluppo fondamentale. Non dare il giusto peso alla cosa potrebbe trasformare una grande occasione in una sicura perdita.
La prima cosa da considerare è ovviamente se si dispone delle risorse necessarie per poter competere a livello europeo: pensare infatti di inserirsi in un nuovo mercato senza avere capitali o personale sufficienti è del tutto assurdo. La concorrenza in Europa è molto più forte e agguerrita che sul territorio nazionale, per cui è fondamentale essere preparati. Fortunatamente esistono vari modi per superare questo ostacolo, come ad esempio quello di entrare a far parte di una rete di impresa
Altri punti su cui concentrarsi sono l’innovazione è il corretto uso delle nuove tecnologie, entrambi fattori in grado di incrementare esponenzialmente il proprio giro d’affari. Uno studio intitolato “Italy goes global”, commissionato da HSBC in cui sono state intervistate 800 grandi e medie imprese italiane, ad esempio mostra come quelle che hanno aperto o rimodernato il proprio e-commerce agli inizi della pandemia hanno avuto un aumento delle vendite a livello europeo del 38,2% e del 24,6% sui mercati extra-europei.
Logicamente queste sono solo alcune delle variabili in gioco quando si parla di internazionalizzare un’impresa: non esiste un metodo universale per riuscire in questo passaggio e ogni singola azienda deve valutare attentamente quale sia la strategia migliore da seguire. Nonostante queste difficoltà i vantaggi dell’internazionalizzazione sono innegabili e, dal mio punto di vista, rimane una delle strategie più valide per le aziende italiane.