Fare per creare, agire per costruire questo è il proposito, il principio di base che regola il mio comportamento in funzione dei risultati positivi che voglio ottenere dal mio lavoro.
Nella mia funzione di Business Angel – immaginandomi come un angelo che cala dall’alto e solleva, grazie ad una solida presa, colui che ha bisogno d’aiuto e lo poggia su un terreno nuovamente consistente – mi attengo al principio di base, ossia fare per creare, e lo declino in tre passaggi conseguenti: pensare, credere e fare.
Pensare per definire il mio modus operandi allo scopo di raggiungere l’obiettivo finale, quindi credere fermamente in quello che intendo fare per non lasciarmi influenzare da agenti esterni che potrebbero farmi deviare dal percorso che ho delineato per giungere alla meta ed infine fare, ossia mettere in azione tutto ciò che mi serve per far muovere la macchina della creazione, partendo dal progetto ottenuto nella fase del pensare.
Naturalmente, tutto il processo è valutato e condiviso con la mia squadra di esperti, un’alleanza di cervelli che si muove in sincronia e in comunione di obiettivi e che giunge ad ottenere le risposte necessarie per risolvere la problematica del momento.
Fare per creare: quando metto in pratica i miei princìpi
Nel mettere in pratica i tre passaggi basilari per i miei scopi da Business Angel e da imprenditore, si crea una spirale virtuosa di energia che io ho definito “effetto chiocciola” che mi sorregge mentalmente e mi trasmette una ferrea convinzione in ciò che faccio ed un grande entusiasmo.
Tutto ciò è fondamentale dal momento che il sentiero che intraprendo nel mio lavoro non è privo di ostacoli e chi lo percorre è soggetto anche ad errori, ma la forza generata dall’entusiasmo mi porta a superare gli ostacoli incontrati e a non restare avvilito dagli errori commessi. Indubbiamente, per camminare sul sentiero senza cadere troppe volte nelle sue trappole, bisogna essere anche un po’ fatalisti perché in fondo la vita è un gioco e di questo gioco fanno parte anche gli ostacoli, le avversità, anche quelle che io combatto con entusiasmo.
L’ultimo punto, ma per questo non meno importante degli altri, è ciò che io definisco “co-creazione” ovvero avere sostanzialmente la possibilità di essere e di fare ciò che si desidera attraverso l’essere in collegamento, in sintonia, in frequenza con il proprio gruppo dedicato alla progettazione.
La co-creazione è naturalmente basata anche sul fare oltre che sul progettare, appunto fare per creare.
In sintesi, la forza che ho dentro e che mi porta ad ottenere risultati positivi, scavalcando ogni ostacolo, è dovuta all’entusiasmo del fare, perché è solo facendo che si crea ed è solo creando che si giunge al traguardo.