L’Italia ha un’enorme potenziale dal punto di vista economico, ma è necessario che il sistema cambi affinché queste risorse non vengano sprecate
L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e di problemi. Inutile girarci intorno: in questo momento storico la nostra nazione si trova in una situazione tutt’altro che idilliaca. Tra crisi economica, disoccupazione, disparità sociale e molte altre difficoltà un numero sempre maggiore di persone si chiede come arrivare al giorno dopo. La cosa assurda però è che molti di questi problemi ce li siamo creati noi, o meglio, il nostro sistema socio-economico.
Vorrei chiarire subito una cosa: io non sono un politico e nemmeno voglio diventarlo. Non vedrete mai il qui presente Flavio Zanarella nella lista di qualche partito, nonostante desideri un cambiamento. Non sostengo né un partito né l’altro, perché penso che tutti gli schieramenti di oggi si comportino nella stessa maniera. Quello di cui voglio parlare in questo articolo sono i fatti, non le opinioni.
Tanti problemi, un origine comune
Viviamo letteralmente in un Paese che ha creato alcuni dei marchi più conosciuti al mondo: Ferrari, Lamborghini e Ducati, tanto per citarne alcuni. Dove sono però adesso queste grandi industrie? Alcune sono riuscite a restare forti, come la Ferrero, ma molte altre non ce l’hanno fatta. Questo perché il sistema non favorisce l’imprenditorialità, almeno non quella costruttiva. Sarebbe già grave se la situazione si limitasse a questo, ma sfortunatamente c’è molto altro in ballo.
Abbiamo uno dei più grandi patrimoni artistici e culturali del pianeta e non solo questo non viene impiegato correttamente, ma non vengono nemmeno fatti investimenti per preservarlo. Questo per non parlare di un altra grande risorsa a nostra disposizione: i cervelli. Abbiamo centinaia di giovani e ricercatori, con idee innovative, che devono emigrare all’estero per sperare in una possibilità. Mettendo insieme tutti questi elementi si viene a delineare un quadro preoccupante per il futuro dell’Italia.
Cosa deve cambiare
Attualmente sembra che tutte le forze in gioco si impegnino nel mantenimento di questo status quo fallimentare, dove ogni individuo cerca solo il successo personale a scapito degli altri. Nessuno, singolo o istituzione che sia, cerca di creare qualcosa di cui possa beneficiare il sistema Italia. Il nostro Paese si sta avviando verso la povertà assoluta e non possiamo più permetterci di lasciare le cose come stanno.
La domanda che sorge spontanea allora è: cosa deve cambiare perché l’Italia migliori? Ovviamente sono molte le possibili soluzioni ai problemi che ho elencato, ma ci sono anche dei punti fissi su cui è necessario intervenire. Aumentare l’investimento nella ricerca e nello sviluppo tecnologico, favorire la crescita del lavoro e rivedere l’aspetto burocratico sono probabilmente i più importanti. Dal canto mio posso solo dire che questi “piccoli” accorgimenti potrebbero essere la spinta necessaria per aprire un nuovo futuro per la nostra patria.